sabato 6 ottobre 2007

Le basi del disturbo

Guardavo in TV una trasmissione dove una ragazza, Chiara Sole, ha creato un'associazione per la cura dei disturbi alimentari. Durante il corso del programma ha parlato di se stessa e del controllo che tendeva ad esercitare su tutto e tutti. Vivido è dentro me lo stesso comportamento ! Anche io tendevo a volere controllare ogni cosa e lo facevo perchè sentivo inadeguato ed ostile il mondo che mi circondava. Inoltre i miei mi avevano instillato il germe della perfezione: "devi fare di più, devi dare il massimo, devi essere il migliore". Il limite sembra spostarsi sempre più in la e tu non sei mai soddisfatto di quello che fai ed allora perdi il controllo di te stesso.
Il corpo, la mente, sono un mare mutevole sempre alla ricerca di equilibrio. Hanno bisogno di alcune certezze, ma quelle si trovano sono dei rimedi immaturi e catastrofici. Iniziano cosi' i digiuni o le abbuffate (come nel mio caso).

Ora ho 33 anni ed inizio a vedere la luce nei miei problemi d'infanzia. Mi rendo conto di essere stato un bambino molto solo; vivevo praticamente senza genitori perchè lavoravano. Al mattino mia madre non era in casa ed a me il compito di alzarmi ed andare a scuola... scuola che puntualmente saltavo.
Ciò che più mi colpisce oggi è come nessuno si sia accorto del mio disagio quando ero adolescente: ne i dottori, ne la scuola, ne gli insegnanti, ne i parenti, ne i genitori. Anzi ! Il mio non era un disagio ma un qualcosa di cui incolparmi e giù con gli insulti quando mangiavo o mi ribellavo a situazioni familiari assolutamente inadeguate per un sano sviluppo psichico. L'insicurezza che si è creata dentro me è stata tanta e tale da avvolgermi per moltissimi anni.

Ora cerco di ricostruire i cocci della mia vita. I pensieri negativi automatici autodenigranti di cui sono pieno li sto cambiando con analisi più costruttive e che non facciano soffrire la mia anima. Dico a me stesso che è andata cosi' non per colpa mia, e nemmeno per colpa di altri. E' andata cosi' e basta. Specialmente in un mondo cosi' arretrato ed ignorante com'è la Sicilia nel campo del disagio psichico non c'era altro modo in cui poteva svolgersi la mia vita.
Ogni giorno mi sveglio e faccio notevoli sforzi per riprogrammare la mia mente, per insegnargli a dire a se stessa tante buone cose e non catastrofizzare. E' difficile ma ci sto riuscendo.

Giuseppe Chillemi

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