Che fosse una giornata "no" l'avevo visto da come mi ero svegliato. Già mi conosco e so bene che se i pensieri del mattino sono organizzati in una certa maniera, allora quello sarà il principio di un malessere psicologico duraturo.
Pomeriggio, puntuale come una sveglia, verso le 6 il mio demone è arrivato: "Mangiare, Mangiare, Mangiare"; quanto più è possibile e nel più breve tempo possibile.
Stavolta ho adottato la strategia del drogato che vuole uscire dalla tossicodipendenza: drogati ma in maniera minore che la volta precedente. Sono entrato in un bar, ho preso un pezzo di tavola calda e l'ho mangiato lentamente con le solite 20 masticate per boccone; poi sono uscito fuori ed ho fumato una sigaretta sulla moto. Il risultato ? Al demone ho detto "questo ti basta" e lui se ne è andato via soddisfatto e mi ha lasciato in pace sino a cena.
Ora si avvicina Natale e la maledetta parola "dieta" sembra volere apparire nella testa. Se ben ricordo, l'anno scorso, non ho preso nemmeno un kilo mangiando come volevo perchè alla fine i pasti sono stati equilibrati nell'arco della settimana. Se mangi uno o due giorni qualcosa in più e poi ritorni a mangiare normalmente, quei giorni non conteranno nulla nel bilancio globale.
Mi inizio a rendere conto che "dieta" è una parola depressiva. La dieta fa ingrassare perchè poi hai bisogno di qualcosa che ti tolga da questa depressione.
Giuseppe Chillemi
martedì 9 dicembre 2008
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