martedì 27 novembre 2012

Appunti - 1


Note in forma libera:

Iniziare a scrivere queste note suscita in me resistenza. E' la stessa resistenza che provo all'idea di dovere "cambiare".
Resistenza è quella forte repulsione alla modificazione dei miei comportamenti e delle mie abitudini.
In fondo, ci sto comodo.
Mangiare quello che più mi piace; stare a casa; non lavorare; sono tutte cose che evitano lo STRESS. Sono i "safery behaviour", i comportamenti di sicurezza.
Piuttosto che scrivere queste note mi rifugerei nel letto o nella poltrona davanti alla TV. Se il "disconfort" aumenta che dire di aprire il frigo e rifugiarmi nel cibo ?

Ho fatto delle grandi partenze tutte finite male.
Ho riempito la casa di frutta e verdura
Ho speso 620 euro per una palestra e piscina in cui sono andato si e no 10 volte (62 euro ad ingresso, wow che record)
Ho pensato di "cambiare vita" tante volte ma sono sempre al punto di prima.

I cambiamenti, per essere assimilati, hanno bisogno di tempo. Tempo e costanza.

Ogni cambiamento puo' essere:
Guidato dalla motivazione, allora si iniza facilmente. Quando la motivazione cade, allora le azioni sono difficili da intraprendere e si ritorna ai vecchi comportamenti.
Se non è guidato dalla motivazione, allora è meglio un coportamento robotico, come quelli che si hanno dentro una struttura ospedaliera dove occorre comportarsi in una certa maniera.

I comportamenti che fanno nascere nella mente dei vantaggi e si radicano sono quelli più duraturi.

Ne acchiappi più con il miele che con lo scacciamoshe.

L'obeso si rifiuta anche di cucinare, preferisce i cibi pronti.

Il cibo è un modulatore dell'umore. Quando si sta male, ci si riequilibra con esso. Produce endorfine e ci si sente inebriati.

Il senso di colpa, la scarsa autostima, sono tutte sensazioni che fanno tendere all'alimentazione di cibi molto calorici.

Muoversi ? E' una follia. Si sta bene dove stiamo. Non muoversi è una situazione comoda.

Al solo pensieri di uscire si innesca la paura sociale: cosa penseranno di noi ? Io non valgo niente ! Rideranno di me ! Fatichero' ! Meglio stare a casa.

Si devono mangiare 5 pasti al giorno regolati.
E' una parola ! Per uno che non cucina, non va al supermercato, che si ricorda che cucinare bene = dieta e dalla dieta ne rifugge. La mente si oppone anche ai 5 pasti regolari sebbene si tratti di cibo. Il cibo deve essere libero, abbondante e servire all'occorrenza.

Le modificazioni devono essere lente, molto lente per essere apprese. Meglio poco che tutto in una volta con il rischio di rigettarlo.

Mangiare cibi "proibiti" ne fa richiedere ancora ed ancora, si entra nello stato mentale del mangione che vuole un orgasmo dalla sua droga.

Sbagliare una volta significa per un obeso avere sbagliato sempre e dire "ora ho fallito, ritorno come prima". Occorre insegnare all'obeso a far fronte alle ricadute, magari inserendone alcune pilotate ed aiutarlo a fare chiarezza nei propri pensieri.

Un obeso spesso non sa cucinare. L'idea di doverlo fare lo terrorizza perchè ha paura di sbagliare, non ha sviluppato l'abitudine.

Il perfezionismo ci dice: "se non sono perfetto è inutile che lo faccio".
Imparare ad essere imperfetti è una buona strada per guarire.

Occorre imparare ad affrontare, dopo averle individuate, le situazioni di STRESS estremo. L'esposizione graduale è un metodo psicologico per attenuarne gli effetti ed annullarli.

Cambiare le parole è importante "è terribile" va modificato con "fastidioso ma sopportabile".

Quando ci sono gravi situazioni che la mente vede come una invalidazione profonda dell'io c'e' un'alta probabilità di ricaduta. Cerchiamo il rifugio ed il conforto.
Dopo un paio di giorni, a mente fredda, si puo' valutare il reale effetto dell'evento invalidante. Era solo un attimo !

La fatica della palestra è una cosa terribile. Quando ci dicono "devi sudare" "devi raggiungere i tuoi limiti" noi vediamo un film horror e ci diciamo che gli altri sono pazzi !
Occorre una strategia particolare: bisogna preavvisare la persona e dirgli "oggi proviamo ad andare un po' oltre e vediamo come reagisce la tua mente ed il tuo corpo".Quando vuole fermarsi non farlo strafare ma dirgli "prova a fare il 5% in più e vediamo che accade. Il 5% è poco e di certo non muori".
Si, la paura di morire è dentro l'obeso.


Incontrando delle persone che sono solite commentare e suggerire come migliorare occorre fermarle e dirgli che cosi' ci fanno male. Nella nostra testa iniziamo a sentire la vocina che recita più o meno cosi' "sei un mostro, sei obeso, non ri apprezzano, devi fuggire, stai malissimo, che brutta esperienza sentirlo parlare, morirai".
In futuro si puo' programmare l'esercizio con l'aiuto di un terapeuta ed esporsi volontariamente ai "suggerimenti" altrui per monitorare cosa dice la testa, abituarsi e magari accettare e riderci su senza dirsi tutte quelle parole.

Emerge che un obeso ha parecchie situazioni stressanti da cui rifugge ed occorre abituarlo gradualmente ad esporsi e cambiare pensiero con degli esercizi.

L'autostima di un obeso è bassa. Per questo sarebbe bene trovare le cose in cui lui eccelle e si sente tranquillo e sottolinearle. Saranno le fondamenta su cui costruire la sua personalità.

Immaginare la catena degli eventi del: se va tutto male, cosa accade poi ? E poi ? E' una strada che conduce all'aprire la mente al nuovi futuri sbloccando quello stagnante che vediamo terribile.

Bastano 15-20 minuti per fare passare un attacco di fame.

L'attacco di fame sfocia una fase dove ci diciamo "non posso resistere, mi debbo alzare" a questo punto è molto probabile che apriremo armadi e frigoriferi e mangeremo.

La pectina di mele rallenta la digestione e fa rimanere il cibo in pancia per più tempo mantenendoci sazi a lungo.

Occorre inserire nella vita un cambiamento alla volta, stabilizzarlo, inserirne un altro e cosi' via.

Nei momenti intesi dell'esistenza si corre il rischio di perdere la strada maestra.



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