Mi sto focalizzando all'attimo in cui mangio, anzi, ai pensieri che ci sono prima.
Allora appare ansia, solitudine, noia, rabbia e tanti sentimenti negativi che ho inghiottito e non espresso.
Faccio degli esercizi di immaginazione: vedo e rivedo dentro me cio' che in passato ha scatenato quegli stati d'animo e cosa li scatena nel presente. Poi penso ad una soluzione o a rivalutare i gesti altrui.
Ad esempio:
- un genitore troppo pressante e rabbioso diventa un umano che cerca a suo modo di fare il tuo bene e si ribella con gesti inconsulti. Tu registri come violenza quella che ricevi e l'ansia ti riempie e si registra nel tuo cervello. Invece quello era alla fine mosso da buone intenzioni e voleva la tua tranquillità o un altro comportamento da parte tua;
- una situazione di difficoltà non risolta con un estraneo, magari con un datore di lavoro, poteva essere sistemata, chiusa e rielaborata senza sensi di colpa con l'aiuto di un amico o un po' più di ragionamento;
- e che dire delle ansie che la vita ci procura ogni giorno ? Noi TERRIFICHIAMO e ci diciamo che tutto andrà male e succederò questo o quell'altro. Invece, se ci fermassimo a trovare il nostro angolo di serenità, ad immaginarlo, a metterlo dentro la nostra anima, riusciremmo a permearcene. Guardando le previsioni terribili che facciamo potremmo tentare di prendere delle decisioni sulle ipotesi che noi formuliamo disastrose e vedere che sebbene cio' che prevediamo potrebbe accadere, noi abbiamo delle soluzioni.
Giuseppe Chillemi
Nessun commento:
Posta un commento